Vi racconto qualche storia
(tutte rigorosamente verissime)
Tipo taciturno e riuscire a farlo parlare è un miracolo, ma quando apre bocca ...... riesce a farsi
odiare.
Comincia a raccontare storie sul circo da dove è fuggito 3 anni fa, tempo in cui arrivò a casa mia
inseguito non si sa da chi.
Era spaventatissimo, sudato e con gli occhi sbarellati dalla paura, diceva che ad inseguirlo erano 2
tigri, 4 leoni, 1 coccodrillo e 3 avvoltoi che volevano a tutti i costi ammazzarlo perchè aveva fatto uno
sgarbo al capo clown, gli aveva dato un calcio in risposta ad una gag (una torta sul naso) durante lo
spettacolo e lui, per tutta risposta gli aveva appioppato un bel calcio sul sedere, ma il capo clown
non avendo gradito la risposta gli aveva aizzato contro, quella che definisce, la squadra della morte.
Così lui per evitare il peggio sel'era data a gambe.
Oramai è qui da me da 3 anni a febbraio, non è di grande compagnia ma è un amico sincero. Ha un
debole per i cannoli alla ricotta, pur di poterne mangiare qualcuno è disposto anche a lavorare
(senza esagerare), lui dice che il lavoro, quello fisico, è fatto per gli asini (nel senso di ignoranti) e lui
che è un asino (nel senso di animale) poichè parla 3 lingue: l'asinesco, il cavallaro e lo zebrano, si
definisce letterato e quindi non adatto a lavori pesanti, l'unico lavoro pesante che fa' e' quello di
trasportare enormi balle di paglia, di cui e' ghiottissimo.
Dice di non capire bene la nostra lingua, ma secondo me, lo fa per evitare di dover obbedire quando
non gli conviene, cosi' facendo lo gnorri, evita compiti che non gli piacciono.
E' un asino si', ...............ma non e' scemo
TOTTI
 
Giacomo,
per gli amici
"Gi
à"
Era una bella giornata di fine maggio, io e papa' decidemmo di fare una bella passeggiata,
cosi' ci dirigemmo verso il fiume dove trovammo dei pescatori con le reti che cercavano di
portare a casa qualcosa da mangiare. Ci sedemmo poco lontano e mentre facevamo
merenda con un bel panino al prosciutto comprato in salumeria, mi accorsi che io ed io sola
sentivo qualcosa che assomigliava ad un lamento, senza riuscire a capire da dove venisse.
Cosi' cominciai a cercare la fonte del lamento, guardai a destra,a sinistra, dietro ma non udii
nulla, poi guardai verso il fiume e mi accorsi che se mi ci avvicinavo il lamento si faceva piu
forte. Decisi di capire di piu' e andai con passo deciso verso i pescatori, che intanto stavano
tirando a secco le reti. Fra i pesci nella rete uno in particolare mi colpi', un pesciolino dagli
occhi furbetti che mi guardava e cercava in tutti i modi di attirare la mia attenzione, e la mia
attenzione fu infatti attirata, così decisi di chiedere ai pescatori se potevano regalarmi quel
pesce, ma loro mi risposero che gia' la pesca era magra e che non avevano nessuna
intenzione di perdere un pesce per regalarlo ad una ragazzetta capricciosa. Andai da papa'
con gli occhi a lacrimoni sicura che papi si sarebbe commosso e sarebbe intervenuto a mio
favore, cosi' infatti fu, papi lo compro' per 20 euro (prezzo a suo dire esageratissimissimo),
lo portammo a casa e da allora e' la mia compagnia notturna (in quanto e' l'unico animale in
stanza che non mi rompe i timpani la notte mentre dormo (d'altronde come tutti i pesci, Glu è
muto............... come un pesce).
Glu
Bingo & Bongo, ovvero NEMICI PER LA PELLE, I due erano quanto di più antipatico si
potesse trovare nella giungla, abitavano in Africa in Uganda a Kampala, nello stesso
quartiere, propio sulle rive del lago e quindi non si può certo dire che soffrissero la sete
per mancanza d’acqua, ma cio' nonostante, litigavano sempre, perchè dovevano bere
sempre allo stesso posto e nello stesso momento, Bongo, l'elefante era di taglia minuta
mentre Bingo l'ippopotamo era un grosso ippopotamo, per questo pretendeva il diritto di
essere sempre il primo a dover bere nel posto in cui voleva. Bongo di contro essendo un
elefante e quindi, ufficialmente più grande, diceva di essere lui ad avere il diritto di
scegliere il posto ed il momento in cui bere.
I due erano sempre in guerra se ne facevano di cotte e di crude, un giorno Bingo volle fare
uno scherzo a Bongo, mise su un albero una banana (frutto di cui Bongo andava pazzo)
posizionata in modo che per prenderla Bongo avrebbe dovuto contorcere la proboscide a
formare un nodo, e così fu, Bongo caduto nella trappola, per prendere la banana riuscì ad
annodarsi la proboscide così che poi fu costretto a rivolgersi al dottore del villaggio per
poterla liberare. Ma Bongo non era da meno e riusciva a tirare scherzi a Bingo che lo
facevano imbestialire. Così passavano le giornate a litigare come cani e gatti. Ora,a casa
mia bevono uno alla volta e dietro mia esplicita autorizzazione, solo così riesco a non farli
litigare tanto, ma in fondo in fondo sono due ottimi amici, solo
che.................................non lo hanno ancora capito.
Bingo & Bongo
La scuola che frequentavo alle medie inferiori era in periferia e vicino c'era un boschetto dove si trovavano diversi animali, conigli, talpe, porcospini ecc., qualcuno diceva, addirittura, di aver visto qualche volpe e un paio di cerbiatti.
Io non avevo mai creduto a queste dicerie almeno fin quando......
Era d'inverno poco dopo capodanno e c'era una nebbia molto fitta, mio papà come ogni giorno era venuto a prendermi, alla fine della scuola.
Mentre ritornavamo a casa in macchina percorrendo  la strada in mezzo al bosco, qualcosa all'improvviso saltellando ci passò davanti, papi frenò di colpo e restò fermo qualche istante per capire cosa fosse passato, ma, la nebbia non permetteva di vedere che a qualche metro di distanza, così papà riprese a camminare molto piano, e di nuovo, quella cosa dal nulla riattraversò la strada e questa volta si mise ferma davanti alla macchina, la nebbia la nascondeva lasciandone intravedere solo i contorni che potevano appartenere ad un cane, comunque un bel pò grande, mio padre allora suonò il clacson per far spostare dalla strada quel non meglio precisato animale, ma questo rimase immobile. Io e papi ci guardammo come a chiederci cosa fare.
L'animale intanto cominciò ad avvicinarsi alla macchina, i suoi contorni si facevano più precisi, fino a quando fu chiaro cosa fosse, era un cerbiatto ancora cucciolo con gli occhi più dolci che abbia mai visto, avanzò fino all'auto fino a poggiare il suo muso sulla macchina e così restò fino a quando io e papi scendemmo ad accarezzarlo.

Cominciò a raccontarci di quanta fame avesse e di quanto freddo sentisse ed infine, che essendo solo al mondo, di quanto si sentisse triste. Cosa avremmo dovuto fare, secondo voi ?, lo abbiamo caricato in macchina portandocelo a casa, nei giorni che vennero ci raccontò altre storie, in particolare di due suoi amici anch'essi soli che vivevano con lui, due cuccioli d'orsacchiotto a cui era molto affezzionato, e guardandosi intorno ci disse che visto che lo spazio era più che abbondante, gli avrebbe fatto piacere che lì con lui e con noi potessero abitare anche i suoi amici. In effetti di spazio ne abbiamo e così decidemmo di farlo contento.

Quei tre nella foto sono loro, l'orsacchiotto più grande e un gran timidone e persino nelle foto cerca di nascondersi, li abbiamo chiamato i cugini di campagna, comunque i loro nomi sono Rino il cerbiatto Tino l'orsacchiotto piccolo e Gino quello più grande


I Cugini di campagna
L'anno scorso io mamma e papa'; siamo andati a vedere ad Acireale il concerto di
Giovanotti, naturalmente, come sempre, qualcosa doveva andare storto, infatti mia
madre ci disse, quando eravamo gia' arrivati ad  Acireale che aveva dimenticato i
biglietti del concerto a casa, papa' dopo averla guardata come fosse stata una aliena
decise di riacquistare dei biglietti nuovi, fortuna che al botteghino c'e' ne fossero ancora
cosi' potemmo assistere al concerto senza problemi. Giova (come io lo chiamo) e' stato
bravissimo anzi eccellente, eravamo proprio sotto il palco in prima fila, cosi' da
potercelo gustare da molto molto vicino, accanto a noi c'era uno strano tipo alto poco
piu' di un metro, con un buffissimo cappotto e un ancora un piu' buffo cappello, un paio
di occhiali enormi scuri (sebbene fosse sera) ed infine dei piedi pelosi senza scarpe. Io
e papa' lo avevamo notato perche' si muoveva in modo molto strano, tuttavia sembrava
nell'insieme un tipo simpatico. Nel bel mezzo del concerto al tipo accanto a noi cadde il
cappello e gli occhiali e mi accorsi con stupore che sotto il cappello c'era un cane con
sorpresa chiamai papa' per mostrargli quanto avevo visto, anche lui resto' sorpreso e
decidemmo assieme di indagare per capire cosa stesse succedendo.
Nel fare finta di inciampare mi aggrappai al cappotto dello strano tizio e tirandolo con
forza, riuscii a farglielo cadere all'improvviso scoprendo così il trucco, quattro animali
stavano uno sopra l'altro a formare quella che a noi era sembrato un uomo di piccola
statura; il trucco era servito ai quattro animali per potere entrare al concerto senza
essere fermati al botteghino. I quattro ci pregarono di non chiamare la sicurezza che li
avrebbe fatti uscire immediatamente, loro volevano solo assistere al concerto di
Giovanotti che amavano alla follia. Io e papa' restammo per un attimo dubbiosi sul da
fare, decidemmo dopo qualche istante di lasciare perdere, anzi ci unimmo a loro a fare
baldoria cantando a scuarciagola tutte le canzoni di Giova. Alla fine del concerto
inviatammo i quattro a casa nostra per bere una coca e da allora abitano con noi, unico
problema............. quando la notte la radio, (che e' sempre accesa in camera mia su
RADIOITALIA), trasmette una canzone di Giova questi iniziano a cantarla a
squarciagola, anche se sono le 3 di notte, svegliando tutta la famiglia. Mio padre mi ha
dato ormai l'ultimatum, se continuano cosi' ..... o fuori loro o fuori anch'io con loro, ho
provato a suggerire ai miei genitori di usare di notte dei tappi per le orecchie, ma quei
quattro cantano cosi' forte che non ci sono tappi che funzionino, cosi' ho deciso di
chiudere la porta della mia stanza e di insonorizzarla con del polistirolo e la cosa pare
funzionare almeno per chi e' fuori dalla stanza, ma per me ......................... prima o poi
li stermino
 
I 4 musicanti
A casa mia ci sono due tappeti uno e' un vecchio tappeto, ancora in ottime condizioni ma di nessuna compagnia, l'altro, invece, ........... OKEY vi raccontero' qualcosa che ancora oggi io stessa stento a credere... due anni fa in una calda giornata ma con un vento molto forte eravamo fuori io e papa' e fu allora che vedemmo svolazzare in cielo in balia, almeno credevamo, del vento, un tappeto che sembrava essere stato strappato da qualche terrazzo dove era ad asciugare, cosa strana il tappeto sembrava non seguire il vento ma pareva seguisse un piano di volo suo, infatti malgrado il vento, dopo qualche minuto, con tranquillita' e millimetrica precisione, atterro' sul terrazzo di casa mia, inutile dire lo stupore per questo fatto molto strano, e cosi' ci avvicinammo per vedere meglio e piu' da vicino di cosa si trattasse, ci accorgemmo che era un bel tappeto di ottima fattura con dei bei colori, anche se un po' sbiaditi, le frange ben disposte e della grandezza di circa un metro e mezzo per due metri e mezzo, la sbiaditura dei colori denunciava certamente una bella eta'. Fu allora che papa' disse "che c'e' ne facciamo di un vecchio tappeto? c'e' ne basta gia' uno in casa" per tutta risposta una voce replico' "Vecchio sarai tu e quella bacucca di tua figlia!" la meraviglia si stampo' sulle nostre facce, cercammo di capire da dove arrivasse quella voce cavernosa, ma dopo qualche istante la voce replico' "hei voi due mi state ascoltando o siete sordi?" continuammo a cercare intorno chi avesse parlato ma non trovammo nessuno, cosi' comiciammo a pensare che uno di noi due stesse tirando scherzi all'altro ma la voce continuò' e disse "allora volete ascoltarmi o no?" a questo punto scappammo verso casa per cercare di chiuderci dentro, ma improvvisamente il tappeto si alzo' in volo e si mise fra noi e la porta di entrata bloccando di fatto il passaggio "bel coraggio,.................. avete forse paura di un tappeto?, o non ne avete mai visto uno?", la voce sembrava proprio venire dal tappeto ma la cosa era talmente assurda che continuammo a cercare altrove la fonte di quella voce tanto strana. Passarono ancora diversi secondi prima di capire che a parlare era stato proprio il tappeto, timidamente e con voce tremante chiedemmo, non senza imbarazzo, chi fosse e da dove venisse, ci rispose che era un tappeto persiano, che, ovviamente, veniva dalla lontana Persia e che ormai stanchissimo per il lungo viaggio aveva deciso di atterrare sul nostro terrazzo che, dall'alto, gli era sembrato molto comodo. Gli chiedemmo allora che progetti avesse, se intendeva fermarsi o continuare il viaggio, rispose che se noi fossimo stati disposti a lavarlo almeno una volta al mese e a spazzolarlo ogni giorno lui sarebbe stato contento di rimanere con noi, mille idee iniziarono a frullarmi in testa, ma tre in particolare erano le domande che mi facevano fremere, ci avrebbe permesso di cavalcarlo?, ci avrebbe fatto volare per posti fantastici?, ci avrebbe raccontato storie esotiche? queste domande si accavallavano nella mia testa in maniera tumultuosa e uscirono nello stesso modo dalla mia bocca. Il tappeto non capi' subito ma dopo qualche istante rispose "certo che vi permettero' di cavalcarmi e vi portero', quando lo vorrete, in posti stupendi dove uomo non e' mai stato ed infine saro' amico di tutti i vostri amici e con voi e loro avremo fantastiche avventure. Cosi' Zerbino (il nome che gli abbiamo dato) e' restato con noi, ad oggi diversi sono state i posti che abbiamo visitato, per esempio in uno degli ultimi viaggi, in Africa, abbiamo trovato Bingo e Bongo, ma di tanti altri viaggi vi raccontero' nei prossimi giorni
Zerbino
Due anni fa abbiamo passato il natale a casa mia, tutti messi attorno al camino aspettando la mezzanotte e con lei l'apertura dei regali che erano gia' sotto l'albero e quelli che dovevano ancora arrivare. Io, la mamma, le zia Enza, Critina e Antonella insieme ai piccoli eravamo in salotto a fare "curtigghio", mio papa', zio Ciccio, zio Maurizio e zio Peppe giocavano a carte cercando ognuno di fare le "scarpe" all'altro. La nonna in cucina cercava insistentemente di coinvolgere qualcuno delle femmine ad aiutarla nella preparazione della cena, diceva che la schiacciata lei non riusciva a farla bene per cui era necessario che se ne occupasse la zia Antonella che, dicono, e' la piu' brava, ma distrarci dal pettegolezzo era cosa ardua, persino per mia nonna (che sa essere molto direttiva quando vuole). Dopo diverse minacce la mamma e la zia Antonella andarono ad aiutare la nonna che minacciava di lasciare perdere tutto. La cena era assicurata, schiacciate, baccala' fritto, arancini e cavolfiore affogato e non potevano mancare le lenticchie (che si mangiano a capodanno, dicono, per portare soldi, ma se uno li mangia anche a natale chissa'.....). Iniziammo a mangiare alle 22 e dopo circa 1 ora avevamo finito qualcuno aveva bevuto un bicchiere di troppo, mio padre pur avendo sentito solo l'odore del vino, era alticcio, cosi' fra scherzi e barzellette e giochi di societa' arrivo' la mezzanotte, i bambini restavano svegli solo per la promessa dei regali e cosi' quando si avvicino' l'ora fatidica iniziammo a sconfezionare i pacchi che erano gia' sotto l'albero di natale, ma l'attesa piu' grande era l'arrivo di Babbo Natale che come ogni anno ci faceva visita alle ore 00.00 in punto. La mezzanotte si avvicinava e negli occhi di tutti noi si poteva leggere l'attesa, ma stranamente alla mezzanotte in punto non successe quello che accadeva ogni anno e che tutti noi speravamo, cosi' mio padre zio Maurizio, malgrado il freddo pungente, uscirono fuori a cercare di capire il perche' Babbo Natale non fosse ancora arrivato, rientrarono dopo qualche istante sorridenti, dicendo di aver visto in lontananza la slitta avvicinarsi. Infatti dopo pochi istanti sentimmo il solito rumore di campanacci e lo scalpitio sulle tegole di casa, era B.N. che atterrato infilava i pacchi dei doni giu' per il camino, cominciarono a piovere doni che puntualmente furono accaparrati dai piu' piccoli che facevano a gomitate per riuscire a prenderne quanti piu' possibile.
Ogni anno, il tutto durava circa due-tre minuti, ma quella sera sebbene non scendessero piu' doni dal camino sentivamo ancora scalpitare sul tetto di casa e la cosa duro' tanto che mio padre si affaccio' fuori per vedere come mai questa stranezza, dopo qualche istante uno ad uno tutti lo seguimmo fuori e lo vedemmo parlare con Babbo Natale, un omone enorme 20 centimetri piu' alto di papa', che evidentemente aveva qualche problema, dopo qualche istante li vedemmo girare dietro la casa restare li' un paio di minuti dopodiche' Babbo Natale risali' sul tetto e salutandoci con la sua usuale allegria riparti' con la sua slitta tirata dalle renne a tutta velocita' fra suoni di campane e stelle luccicanti. Tutti, a questo punto andammo dietro la casa per vedere cosa fosse successo, ma il buio pesto ci vietava di capire, mio zio Peppe allora da buon fumatore, accese l'accendino e in quella debolissima luce vedemmo mio padre accanto a qualcosa che assomigliava ad un cavallo, era una renna, anzi era la renna capo muta della slitta di Babbo Natale che siccome era raffreddata aveva preferito, d'accordo con B.N., per quella notte, restare a terra per non aggravare il suo raffreddore. Mio padre ci assicuro' che Babbo Natale l'avrebbe lasciata giusto il tempo perche' si rimettesse in salute e quindi sarebbe venuto a riprenderla nei giorni appresso. Sono ormai 2 anni che Natalino (e' il nome che gli abbiamo dato) abita con noi, Babbo Natale gia' lo scorso anno ci aveva detto di aver lasciato una sua renna da qualche parte, ma di non ricordare assolutamente dove, e noi dal canto nostro, ci siamo ben guardati dal ricordarglielo, ma per come Babbo Natale c'e' l'ha detto e per le parole che ha usato abbiamo capito che lui sa benissimo dov'e' Natalino, e poi noi sappiamo che Natalino ogni tanto si sente con Babbo Natale tramite uno speciale apparecchio radio. Comunque Natalino e' felicissimo di stare con noi, tanto quanto noi di stare con lui. E poi avere una renna che ti porta in giro per il mondo, non e' cosa da nulla, senza contare dei posti che solo lui ha visto, posti remoti come l'Alaska dove conosce per nome ogni essere vivente, persino, tutti i pinguini. Spero di riuscire a fargli invitare a casa, un giorno, un orsacchiotto, c
Natalino
Come al solito e' venuto il Natale, e con esso tutto il resto, il freddo, i panettoni, i pandoro, il torrone, le caldarroste (che piacciono un sacco alla mia mamma) lo spumante (che ubriaca mio padre, il gioco delle carte (che rovina mio fratello) e poi le cose buone come le persone le situazioni, gli animi, e le situazioni che buone non vogliono diventare. Ma il Natale e' Natale comunque vada, certo il natale ha i suoi lati positivi e quelli negativi, quest'anno, per esempio, e' stato un Natale cosi' cosi', B.N. (per la cronaca Babbo Natale) ne ha combinato una delle sue, come vi ricorderete (leggi Natalino) qualche anno fa' ha lasciato Natalino a casa mia, quest'anno, invece si e' portato via mezzo tetto, lasciandoci scoperti, e meno male che non pioveva!!. Vi racconto brevemente come e' andata.
Era circa la mezzanotte, quando, come al solito, abbiamo sentito l'usuale rumore di campanacci e caduta di polvere di stelle, dopodiche' lo scalpitio delle renne di B.N. sul tetto di casa nostra e fin qui nulla di nuovo, B.N. ha lanciato giu' per il camino i regali (io quest'anno ho beccato una giacca, una camicia, una borsetta, un DVD+CD della mia amata Laura Pausini, un altro CD del divino Tiziano Ferro e qualche altro regalino minore) dopodiche' e' ripartito a tutta birra. e a questo punto e' successo il finimondo infatti B.N. per errore (dice lui) ha agganciato una trave del tetto con una corda pendente dalla sua slitta e cosi' ha letteralmente strappato il tetto di casa portandoselo appresso, il bello e' che non se ne accorto neppure.
Non vi dico le grida che gli abbiamo fatto dietro per informarlo di quanto accadeva, ma lui imperterrito ha continuato la sua corsa. A questo punto abbiamo chiamato il numero verde di casa B.N. ci ha risposto sua sorella che si occupa della segreteria, abbiamo subito spiegato il problema e lei molto divertita ci ha assicurato che avrebbe avvisato quello stonato di suo fratello. Infatti dopo qualche ora B.N. e' tornato indietro a rimettere il tetto al suo posto, e per farsi scusare ci ha regalato dei biglietti aerei per andarlo a visitare a casa sua in Alaska, e visto il freddo che fa li ci ha regalato pure degli indumenti fatti con una sostanza speciale simile alla polvere di stelle che tengono caldo. Mio papa' appena B.N. se ne andato ha voluto provare il suo, e dopo nemmeno tre secondi ha cominciato a sudare come un pezzo di formaggio al sole, dopo 1 minuto aveva perso gia' due kili, cosi' che abbiamo dovuto spogliarlo immediatamente per evitare di trovarlo squagliato come un gelato in forno.
Abbiamo deciso di andare in Alaska per le feste pasquali, perche' B.N. ci ha detto che in quel periodo in Alaska ci sono circa 35, 45 gradi sotto lo zero e quindi non fa' molto freddo, e poi siccome il natale e' ancora lontano lui non e' molto impegnato con la preparazione dei pacchi dono. Abbiamo tre biglietti in più per cui se vuoi unirti a noi mandami un email che ti farò avere un biglietto.
Fai in fretta perchè penso che la cosa interessi a molti e tu, se perdi tempo, potresti restare senza.
Natale 2008
© UgoR 2012
FINE
per ora
Era una notte buia e tempestosa, la pioggia batteva sul vetro della mia finestra, fuori c'era vento e freddo.
Accucciata nella poltrona guardavo un inquietante programma alla tv sui serpenti.
All'improvviso qualcosa attrasse la mia ttenzione, il rumore di qualcosa che batteva ritmicamente sul vetro fuori dalla finestra, dapprima non ci feci caso, ma la cosa continuò ed io incuriosita mi decisi a guardare fuori. Che spavento!! dal buio pesto, un paio di enormi occhi si materializzarono fissandomi......, un MOSTRO !!!, un brivido di terrore attraverso' la mia schiena, le gambe fecero giacomo-giacomo e dalla mia gola esplose, senza che me ne accorgessi, un grido di terrore, mio fratello dalla stanza accanto si precipitò, trovandomi impietrita davanti alla finestra incapace di muovermi, anche lui, alla vista di quegli occhi enormi impallidi' e solo dopo qualche attimo, ripresosi ando' di corsa a prendere il fucile per scacciare quel mostro orrendo che stava fuori la finestra, così, mentre io tremante di paura continuavo a fissare la finestra, lui si precipito' fuori armato per difendere la casa dalla invasioni dei mostri.Tornò dopo qualche istante (che sembrarono anni) sorridendo e nascondendo qualcosa dietro la schiena, io ancora tremante lo guardai con sguardo interrogativo, e lui con fare circospetto ed esasperatamente lento tirò fuori .......... un canarino tutto bagnato ed infreddolito dallo sguardo dolcissimo che chiamammo Giacomo.

Giacomo passa delle ore ad ascoltare musica, spesso accompagna fischiettando le canzoni della Pausini mentre si rifiuta categoricamente di fischiettare quelle di Tiziano Ferro che, dice lui, è un imbecille con i fiocchi, apprezza anche la musica classica ma senza esagerare.

E' alto poco più che un palmo ma riesce a mettere a soqquadro una casa se lo vuole, l'unico che riesce a calmarlo, quando è infuriato, è birillo (nella fotografia accanto a lui) che, forse perchè è dello stesso colore, gli parla in un orecchio e lo calma all'istante, non ho mai capito se lo convice o lo terrorizza, sta di fatto che Già si acquieta immediatamente e diventa dolcissimo.

Birillo è un bel tipo, calmo, pacato, dallo sguardo penetrante dalla parola veloce e concisa, riesce ad azzittire chiunque si misuri con lui in dispute verbali, solo il suo naso, piuttosto grande, lo rende un pò buffo, ma lui non se ne preoccupa più di tanto.